Gay & Bisex
IN MONTAGNA - SERATA
di Alvertn
11.02.2015 |
10.078 |
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"Non interessa cosa faccio o se mi piace o meno, anche se indubbiamente questo è solo piacere a parte a sculacciata, ma prevale quello che vogliono fare loro..."
LA SERATA..Elisabetta ci apre e ci invita ad entrare facendo un passo indietro per liberare il passaggio.
Entriamo uno dopo l’altro e subito Marco ed Andrea ci vengono incontro per salutarci e per chiederci cosa possono offrirci. Ci propongono un vino rosso, ed accettiamo volentieri. Seduti chi sul divano chi in poltrona, chi su sedie, siamo li a degustare questo buon vino.
Marco “allora le camere sono queste. Io Andrea e Paolo prendiamo questa, voi le altre due o assieme come volete. Nessun problema a passaggi a trovarsi e visitare gli altri. Poco casino e ricordarsi che poi si deve lasciate tutto in ordine come trovato, Capito ?”
Conferma dalle voci di tutti, ed Andrea entra per primo poi io poi Marco. Appena dentro ci spogliamo e con dolcezza prendendomi per mano mi accompagnano al lettone, mi fanno sdraiare, spostare al centro e loro ai due lati. Mi accarezzano guardandomi il corpo nella luce soffusa proveniente dalle lampade dei comodini, Poi mi baciano a turno, ponendo le loro lingue dentro, il più possibile, scrutando ogni spazio, ogni dente, il palato e la mia di lingua, per poi lasciare il posto all’altro mentre lui con la lingua mi lecca il viso, la guancia, e poi assieme mi leccano guance occhi orecchie, vi entrano con la punta una a destra l’altro a sinistra. Scendono giu e giocano con i capezzoli, succiandoli, leccandoli mordendoli.
Io sono sorpreso da questo, non mi era mai successo, quindi prima quasi disgusto, un rifiuto atavica a cui ho resistito a fatica. La voglia di scappare che mi prendeva ma le lingue e le mani mi tenevano li a cercare di capire, a recepire senzazioni e quando finalmente mi sono rilassato allora si, con i giochi dei capezzoli, allora il piacere comincia a essere recepito dal cervello, dal cuore, dal cazzo.
Le loro lingue che giocano, circuiscono l’aureola. Le labbra prima li risucchiano e poi i denti che delicatamente li comprimono facendomi salire la voglia e il desiderio. Andrea e Marco li vedo felici. Li vedo concentrati su di me e si stanno divertendo e godendo centimetro per centimetro il mio corpo. Mi fanno alzare le braccia e proseguono sulle ascelle e parte delle braccia stesse. Anche qui scopro che sono punti sensibili. Mi stimolano e mi fanno sballare, godo di quei passaggi. A turno veloci risalgono per un appassionato bacio a cui rispondo passionalmente stringendo fra le mia braccia la loro testa per tenere le labbra incollate e le lingue che si toccano lottando di piacere. Li trattengo perché il piacere è grade e voglio partecipare anche io e ricambiare in qualche modo. Ma poi si liberano e tornano giù, sul torace, passando i fianchi e poi sull’ombelico leccano ed entrano con le punte delle lingue umide, bagnate, e passano a scendere. Io mi tiro, mi inarco per offrire il meglio in comodità, penso che ora è il momento del sesso, il mio cazzo ormai marmoreo, vibrante e voglioso.
Mi leccano il pube peloso, e scendono lungo le cosce, bagnandomi la peluria, arrivano ai piedi e oltre a leccarli mi mordono le singole dita ed Andrea mi succhia l’alluce.
Poi risalgono per punti , dai piedi subito alle ginocchia e dal li Andrea si occupa delle palle mentre Marco prende in custodia il mio cazzo.
La fine di questa spasimante attesa mi ha dato un piacere immenso.
Il desiderio di essere preso da loro, accresciuto ad ogni istante di contatto, mi aveva fatto rimanere in tensione o ora che mi hanno, che il mio sesso è loro, godo rilassandomi cercando di concentrarmi solo sul piacere.
Le labbra, la bocca di Andrea che gioca con i testicoli, la borsa, e tenta di raggiungere il culo mi stimolano desideri irrefrenabili, la voglia di appartenere a loro e loro che di me stanno facendo quanto desiderano. Si da un lato mi stanno usando, verissimo, ma io godo di questo uso che fanno di me. Marco lecca l’asta, la lingua la avvolge, scende e sale, con la mano fa scendere la pelle e lo scappella, e subito la lingua si getta sopra per assaggiarla.
Splendida la sua lingua che ad ogni passaggio mi fa vibrare tutta la schiena ed il corpo. Poi tutto in bocca. Lo succhia e lo pompa con avidità ed io con felicità sento questo piacere che mi penetra in profondità dentro di me.
Marco abbandona, si porta sopra la mia testa, si sdraia a pancia in su, divarica le gambe, “Paolo forza, vieni a ingozzarti del mio cazzo, forza,” io mi sposto lento strisciando sulla schiena per non essere abbandonato anche da Andrea. Errore il mio. Andrea si stacca, mi spinge in su e mi fa ruotare “dai forza, obbedisci a Marco. Non perder tempo.” E mi da una bella sculacciata su una chiappa. Credo che la mano rimanga stampata in rosso sulla pelle. Mi affretto e le mani di Andrei mi fanno mettere alla pecorina. Subito mi butto sul cazzo di Marco, più per paura di un’altra sculacciata che per voglia, anche se il desiderio di cazzo è traboccante dalla mia anima ora. Lecco l’asta con cura e dedizione, non trascurando neanche un millimetro di carne, sino alle palle che lecco e cerco di prendere con le labbra. Lavoro difficile senza mani, usate per sostenermi. Alla fine riesco a prendere un testicolo fra le labbra, poi lo risucchio in bocca, leccandolo e cercando di far entrare anche l’altro. Non può restare da solo fuori, poverino. Lavoro lento e di precisione coadiuvato dal movimento delle labbra e della lingua per farlo salire e entrare. Operazione lunga ma che ha dato piacere a Marco che gode facendosi sentire.
Andrea nel frattempo, mi ha obbligato ad allargare bene le gambe, e stà leccandomi con cura il canale delle chiappe e il buco, dire buchetto dopo una giornata così sarebbe retorico e fantasioso.
Sento la sua lingua che prova a forzare, dico per speranza, ma la resistenza è pochissima e la sento dentro che si apre la via. Sento che mi lascia la sua saliva che scivola lungo il canale ma che riporta e mette nel buco con le dita della mano. Abbandono le palle e torno lungo il cazzo, lo prendo lo risucchio, lo ingoio lo alzo e inizio a scoparmelo con la bocca e la lingua si diverte ad accarezzarlo.
Di tanto in tanto si inarca e mi pianta il palo in gola facendomi tossire.
Uno scatto in avanti è la mia risposta a una entrata improvvisa, dura e violenta. Credo che sia entrato con due dita spinte direttamente sino in fondo, e li sta scrutando ruotandole, scopandomi con poco movimento. Con l’altra mano mi ha impugnato il mio cazzo e lo sta menando, Cosa che lenisce lo spavento di prima. Poi si abbassa e mi spompina continuando a menarmelo, e le due dita dentro iniziano a scoparmi con un percorso lungo in profondità e ritorno senza mai uscire.
Cazzo che bello, schiacciato fra le sue braccia e bocca, il desiderio mi cresce. Anche quello di Andrea, visto che il ritmo dello scoparmi e della pompa accelera.
Marco mi pone la mano sopra la testa e mi spinge verso il basso, inarca e mi scopa sino in gola, ed è lui che ora mi lavora bocca e gola con la sua asta che sento pulsare vigorosa, che a momenti tende a soffocarmi, e soprattutto a farmi godere. Usato come una troia veramente una cosa strana. Non interessa cosa faccio o se mi piace o meno, anche se indubbiamente questo è solo piacere a parte a sculacciata, ma prevale quello che vogliono fare loro come vogliono godere e usano me il mio corpo per i loro desideri. E’ stupendo per me ora.
Andrea mi abbandona per un attimo una sculacciata per culatta, con forza che quasi mordo Marco per la reazione istintiva, poi si piazza dietro, poggiato sulle ginocchia, Il cazzo in mano che scorre sulle e fra le chiappe per trovare la posizione ed entrarmi in un colpo solo, forte possente definitivo.
Questa volta era atteso ed il sussulto è solo interiore. Cazzo finalmente, era ora che mi scopasse, non resistevo quasi più.
Non direi che è una scopata normale. Scorre in me con forza, con violenza, quasi volesse squartarmi con il suo cazzo duro e lungo, di discreta dimensione, e grossetto.
Ogni volta che arriva a sbattermi le sue palle sulle mie si inarca per sfondare qualcosa in più e mugula di piacere. Io idem anche perché ho quello di marco che mi riempie bene.
Io aumento il contro ritmo a Marco, perché è Andrea che mi fa sballare con il suo modo, Le sue maniere, il suo desiderio si avermi o di essere soddisfatto dal mio buco.
Marco accelera, sospira, il cuore batte nel suo cazzo, pulsa sempre di più, si ingrossa, sento il flusso dello sperma che scorre e che sta per uscire ed eccolo… eccolo che mi innonda la gola e torna sino alle labbra. E continua e fatico a degluttire, qualcosa mi esce dalle labbra e cola giù sul suo pube.
Il liquido caldo che mi riempie, cosi intenso e denso, saporito di un sapore che solo chi la prende può capire, che descrivendola si può definire, dolce e amarognola, densa crema da dessert, che a me piacee che devo ammettere che godo nel sentirla, nel sapere che l’altro è venuto, che ha goduto, che il mezzo è stata la mia bocca, la mia lingua, che a svuotarlo ha partecipato tutto il mio corpo ingerendola e godendone il sapore, il flusso, i getti, e la quantità.
Ma quanto sopra non è che una riflessione postuma perché non son riuscito nei fatti a godere appieno di Marco, infatti subito dopo è Andrea che viene “troia dai, dai che ti riempio, dai che sborro dai che ti sfondo tuttoooo….” E con questa oooo contratta dallo spasimo inizia a sborrarmi dentro e lo sento distintamente ad ogni fiotto, a ogni getto caldo che arriva e svuota nel mio culo, riempiendomelo non troppo lentamente.
E qui godo sia di testa che di culo. Un piacere celebrale, dato delle aspettative che quanto accade stimolano, accrescono ed esplodono con l’esplosione del partner, ed uno solo fisico, dal piacere del movimento, del contatto, del riempimento. E questo vale sia per il culo che per la bocca.
Andrea esce e strofina la cappella sulle chiappe e sul culo.
Ora credo che sia il momento del giusto e meritato riposo. Ma non dura che qualche minuto.
Marco mi spintona sino a farmi mettere su di un fianco, mi apre le gambe e si infila in mezzo, una distesa a lato suo e una che la appoggia sulla sua spalla. Si mena in cazzo per tornare turgido e lo posiziona, non attende nulla, entra deciso e sino in fondo. Nessun problema, anche se il suo è più grosso di Andrea, ma il buco ben usato, molto lubrificato, anzi direi pieno, lo fa scorrere dentro con un rumore di spostamento dei liquidi. Una volta arrivato in fondo, si sistema meglio per poter trovare una posizione comoda, e trovata comincia a lavorare con i fianchi e l’addome, scopandomi con dolcezza o per far uscire il meno possibile.
Quando Marco si è sistemato è Andrea che si sdraia rovesciato di fronte a me. ”ora devi farmi godere bene, succhiamelo sino a farti riempire tutto. Fai la brava troia che sei, non deludermi.”
Prende il suo cazzo e me lo pianta in faccia, ed io cerco di raggiungerolo con la bocca che lo cerca, ma Andrea continua a spostarlo. Allora lo prendo con la mano e lo porto alle labbra e lo lecco, lo scappello e continuando nel lavoro di lingua impugnandolo bene lo meno con forza.
Sono stanco e vorrei che venissero in fretta. Ma è bello averne uno in bocca ed uno in culo, riempie il corpo ma anche l’anima. Godo di avere due bei cazzi tutti per me, di due che mi vogliono e che …
Percepisco Andrea che con la sega pompinata geme, forse si svuota e dai, accelero il ritmo della mano e bocca assieme e sottili schizzi violenti mi arrivano in palato, la lingua passa ad assaporare e a intercettare i flussi, che piacere quel caldo che arriva e assapora.
Ora Marco mi blocca i fianchi, mi vuole fermo e che faccia da contrasto ai suoi colpi decisi, forti profondi e veloci sempre di più e gemendo anche lui mi arriva dentro irrorandomi abbondantemente.
Lo sento godere del mio culo, stretto ma comodo, confortevole per le sue esigenze che esplica ora con piacere reciproco e godimento mio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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